>>>la scultrice

Camille Claudel

Camille Claudel nacque nel 1864 da una modesta famiglia. Sin da adolescente coltivò la passione per la scultura, plasmando la creta che si procurava girovagando nella campagna della provincia francese e facendola poi cuocere dalla cuoca nel forno di casa. I fratelli minori Paul, che divenne un famoso scrittore, e Luise furono i suoi soggetti preferiti.

Nel periodo in cui la famiglia soggiornò a Nogent-Sur-Seine, il padre sottopose i lavori di Camille, tra cui david e Goliath, al giudizio di Alfred Boucher e poi a quello di Paul Dubois, direttore dell’ “École des Beaux Arts” di Parigi. Entrambi rimasero colpiti da i suoi lavori e la prima cosa che Dubois chiese fu se la ragazza avesse preso lezioni da Rodin. Camille, invece, era autodidatta e la sua esperienza derivava solamente dal suo indiscutibile talento e dalla sua costanza.

Camille desiderava vivere a Parigi, dove avrebbe potuto studiare scultura, ma le esigenze della famiglia erano altre e riuscì solamente nel 1881 a stabilirsi con la madre ed i fratelli (il padre, per motivi di lavoro, viveva a Wassy-sur-Blaise) a stabilirsi nella capitale, al Boulevarde Montparnasse.

A Parigi camille iniziò a seguire i corsi all’Académie Colarossi, a “rue de la Grande Chaumière” dove fu avviata all’anatomia. Contemporaneamente – insieme ad altre scultrici, tra cui Jessie Lipscomb – aprì un’atelier al 117di “rue Notre Dame-des-Champs. Erano tutte libere artiste che lì avevano la possibilità di lavorare e di essere seguite da Alfred Boucher, che il venerdì si recava nell’atelier per guardare e correggere i lavori delle allieve. Lo scultore aveva riconosciuto nella Claudel un vero e proprio talento, nonostante la giovane età.

All’atelier Camille si mise subito in luce sia per le capacità artistiche sia perchè in poco tempo era diventata l’anima del gruppo.
Così ci riferisce Mathias Morhardt:
«Elle choisit les modèles. Elle indique la pose. Elle distribue la besogne. Elle assigne à chacune sa place».
Il suo atteggiamneto dispotico ed inflessibile le creò, però, qualche inimicizia tra gli artisti e le modelle.

Nel 1883 Boucher vinse il Prix de Rome, e, prima di partire per l’Italia, chiese a Rodin di sostituirlo nella visita settimanale all’atelier dove si trovava la Claudel. Fu in quest’occasione che Camille conobbe l’artista ultraquarantenne, che si era fatto apprezzare peril suo modo innovativo e geniale di trattare la materia – Rodin aveva già ottenuto commissioni importanti ed aveva già realizzato opere di notevole rilievo, tra cui “Homme au nez cassé” e “Le penseur”.

Rodin rimase subito colpito dalle opere di camille, ed in particolare fu impressionato dall’espressività e dalla compatta solidità di “Buste de Paul Claudel à 13 ans” e di “La vieille Hélène” con la quale si presento al Salon nel 1883.
Secondo Morthard, camille aveva tappresentato il fratello Paul con «le col nu, les épaules recouvertes d’une sorte de tunique antique, la tête droit. Le profile est rigide et net comme celui d’un empereur romain. Les narines du nez aquilin sont doucemnet gonflés. Elles semblent s’ouvrir pour aspirer l’air.Les cheveux sont coupés ras. Le front volontaire et bombé repose d’aplomb sur les arcades sourcilières. La coquille desoreilles très fine et, chose rare dans les bustes moderbes, très adroitement posées donne un angle facial d’une ouverture presque anormale. Enfin, les paupières bien fendues souvrent sur des yeux dont le regard est extraordinairement impérieux».

Rodin riconobbe in Camille un incomparabile temperamento d’artista. La scultrice posò, molto precocemente, per Rodin, come ci testimoniano il bronzo “Camille Claudel” del 1884 e ‘”l’Aurora” dell’anno successivo.

Il pittore Franco Serretti
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